Supporto a percorsi strutturati di resilienza della popolazione di Gaza esposta a violenze nella grande marcia del ritorno
Paese: Striscia di Gaza. Governatorato di Rafah; governatorato di Khan Younis; governatorato di Gaza; governatorato di nord Gaza
Finanziatore: AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo
Periodo: 12 mesi
Area tematica: protezione di rifugiati e sfollati; supporto psico-sociale a persone con disabilità
Partner locali: Palestinian Working Women Society for Development – PWWSD; National Center for community Rehabilitation (NCCR); BuildPalestine
Partner italiani: COSPE; RIDS – Rete Italiana Disabilità e sviluppo; Casa della donna di Pisa
Obiettivo generale: Aumentare la protezione ed i meccanismi di resilienza della popolazione di Gaza afflitta dagli attacchi subiti durante la grande marcia del ritorno
obiettivo specifico: migliorare la condizione psico-fisica delle persone che hanno subito traumi nella grande marcia del ritorno e delle loro famiglie nella striscia di Gaza
Beneficiari diretti: almeno 100 uomini con disabilità acquisita beneficeranno delle attività di peer counseling attraverso sedute di gruppo; almeno 60 persone con disabilità riceveranno supporto di peer counseling individuale; almeno 30 persone con disabilità acquisita beneficeranno della distribuzione di ausili e protesi, nonché della personalizzazione degli ausili già distribuiti ma non adatti alle proprie esigienze; almeno 50 persone con disabilità acquisita beneficieranno degli interventi di ristrutturazione delle case; almeno 102 persone ferite e con disabilità acquisita beneficieranno degli interventi di Community based rehabilitation; almeno 150 persone con disabilità beneficeranno delle giornate di sensibilizzazione sui propri diritti; 6 CBO miglioreranno la propria capacità d risposta ai bisogni della propria comunità e di mettersi in rete con i servizi locali; almeno 120 donne vittime di violenza beneficeranno del supporto di counseling individuale; almeno 720 persone, di cui almeno il 75% donne e ragazze ed almeno 20% minori, beneficieranno dei gruppi d’aiuto organizzati nelle 6 CBO delle donne target di progetto, sotto la supervisione delle counselor del WWPSD; circa 1080 persone, di cui almeno l’80% donne e ragazze, beneficeranno delle sessioni di prevenzione e sensibilizzazione che saranno organizzate dal PWWSD insieme con le operatrici delle CBO nelle aree di progetto; almeno 900 minori beneficeranno d attività socio-educative miranti ad un primo debriefing
Beneficiari indiretti: caregiver e famiglie delle persone con disabilità e delle donne e minori coinvolte/i nel progetto; comunità locali delle aree coinvolte nel progetto; la società palestinese in generale.
Sintesi di progetto:
Il conflitto prolungato nei territori palestinesi ha profondamente inciso sulla situazione umanitaria della striscia di Gaza negli ultimi decenni.
A partire dal 2018, inoltre, la situazione si è ulteriormente aggravata a causa di una serie di proteste lungo il confine fra Gaza e i territori israeliani, nota come la grande marcia del ritorno. Scopo principale della manifestazione è stato l’implementazione del paragrafo 11 della risoluzione 193 delle Nazioni Unite, con la quale si richiede il ritorno ai propri villaggi di origine di milioni di palestinesi, oltre alla fine del blocco di gaza. La prima marcia è stata organizzata come manifestazione pacifica, tuttavia al radunarsi di migliaia di uomini e donne palestinesi in prossimità del confine l’esercito israeliano ha iniziato a rispondere in maniera violenta, impiegando un uso sproporzionato della forza culminato con l’uccisione di 59 palestinesi nella sola giornata del 14 Maggio 2018. Attualmente le manifestazioni di protesta sono state sospese.
Secondo un recente report pubblicato a Febbraio 2019 dal Health Claster in Palestina, dall’inizio delle proteste sono state uccise 259 persone e ferite 27574. Di queste 6331 sono state ferite da munizioni vere, di cui l’87% (5513) hanno riportato ferite di arma da fuoco ad un arto. Le violenze intercorse durante la grande marcia del ritorno hanno ulteriormente peggiorato le già precarie condizioni della popolazione di Gaza, la quale vive da oltre 10 anni in condizioni di isolamento che hanno aggravato povertà, recessione, insicurezza alimentare, disoccupazione e accesso ai bisogni primari. Tale situazione ha portato l’80% della popolazione ad essere dipendente da aiuti umanitari e si è ulteriormente aggravata a seguito dei tagli delle risorse da parte del governo statunitense all’agenzia UNRWA.
I ferimenti avvenuti durante le manifestazioni, come appena visto, hanno portato a numerosi danni permanenti ed in particolare amputazioni di arti. Questo ha fatto sì che circa 170 persone acquisissero una disabilità durante le manifestazioni, dati forniti dal ministero della salute di Gaza.
Nella striscia le persone con disabilità rappresentano uno dei gruppi maggiormente vulnerabili sia per fattori sociali come la discriminazione, che per la presenza di barriere ambientali e strutture inaccessibili.
Inoltre, nonostante un basso coinvolgimento delle donne fra i feriti della grande marcia del ritorno, sono comunque aumentati i rischi a cui queste sono esposte, come l’aumento di carichi di lavoro e responsabilità familiari a seguito del ferimento o della perdita di componenti maschi all’interno delle stesse, o la mancanza di servizi medici specifici per le donne che disincentiva queste ultime a ricorrere agli stessi in generale.
Per questo motivo, il progetto si pone, in primo luogo, l’obiettivo di promuovere l’autonomia e la salute psicosociale delle persone che hanno acquisito una disabilità durante le manifestazioni mediante attività di peer counseling o supporto alla pari, sensibilizzazione sui propri diritti, riadattamento di circa 50 abitazioni di persone che hanno acquisito una disabilità durante le manifestazioni della grande marcia del ritorno, distribuzione di protesi e ausili a persone con disabilità acquisita e manutenzione/personalizzazione di ausili medici già consegnati ma non adatti alle esigenze dei beneficiari in collaborazione con il centro per l’Autonomia di Gaza realizzato nel progetto I-Can, finanziato dall’Agenzia Italiana per la cooperazione allo Sviluppo. In secondo luogo il benessere psicosociale delle donne e dei minori vittime dirette ed indirette delle violenze lungo il confine con Israele, mediante attività di counseling di gruppo per donne e minori che abbiano subito traumi o perdite durante le manifestazioni; fornitura di servizi di counseling individuale e di gruppo a donne esposte a violenze di genere; atività di sensibilizzazione sulla stessa tematica appena citata; opportunità economiche per donne vittime di violenza durante la grande marcia del ritorno