Paese: Palestina: governatorato di Rafah e Khan Younis

Finanziatore: AICS

Periodo: 1 settembre 2016 – 31 marzo 2017

Area tematica: Protezione di rifugiati e sfollati

Partner locali: El Amal Rehabiliation Society; TDP, Theatre Days Productions; Palestinian Early Childhood Education Program (PECEP); Cultural and Free ThoughtAssociation, CFTA.

Partner italiani: GVC

Obiettivo generale: Contribuire alla fase di recupero e preparazione in favore delle fasce più vulnerabili della Striscia di Gaza

Obiettivo specifico: Aumentare le capacità resilienti e di preparazione di gruppi più vulnerabili, con particolare riferimento a minori e donne nelle aree di Rafah e Khan Younis

Beneficiari diretti: Tutti gli studenti/studentesse, nonché bambini/bambine delle scuole e degli asili facenti parte del progetto. In totale circa 5781 individui.

Beneficiari indiretti: ciascun membro delle famiglie e scuole di appartenenza beneficiari del miglioramento rispetto all’accesso ai servizi. In totale circa 245379 individui.

Sintesi del progetto:

Il presente progetto agisce in un contesto post bellico come parziale misura in alternativa alla mancata ricostruzione delle infrastrutture distrutte dalle truppe israeliane, nonché come sostegno a traumi psicosociali subiti dagli strati più vulnerabili della popolazione palestinese. Il blocco della Striscia di Gaza, infatti, costituisce una forma di punizione collettiva che indebolisce decisamente il rispetto di ogni sorta di diritto, da quelli umani universalmente riconosciuti, a quelli economici e sociali, civili, politici e culturali. Circa 1.3 milioni di persone necessitano di un’assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza.

Una seria minaccia alla sicurezza e alla vita degli abitanti dell’area in questione, è costituita dai residui bellici. Dalla conclusione del conflitto, ottobre 2015, 15 palestinesi hanno perso la vita e 91 sono rimasti feriti proprio a causa di questi.

Un ulteriore aspetto è costituito dal preoccupante aumento delle violenze di genere. Secondo quanto riportato dai dati OCHA, l’agenzia delle Nazioni Unite per il coordinamento dell’assistenza umanitaria, nel 73% delle famiglie intervistate si percepisce un aumento di tali violenze.

Secondo l’OCHA, il 72% della popolazione della striscia di Gaza è composta da sfollati interni (circa 90000), costretti ad abbandonare le proprie abitazioni rese inagibili a causa delle operazioni militari israeliane. Essi si trovano costretti ad affrontare una vasta gamma di limitazioni, come l’assenza di protezione, l’accesso limitato a servizi basici e il rischio di venire a contatto con residui bellici, aggravando pertanto la vulnerabilità di determinati gruppi, quali famiglie guidate da donne, bambini e persone disabili. Naturalmente i danni alle strutture pubbliche persistono, privando quasi l’intera popolazione di servizi adeguati come energia elettrica, acqua potabile e assistenza sanitaria di qualità.

Pertanto, gli obiettivi che si intendono raggiungere con l’intervento in oggetto sono i seguenti: miglioramento dell’accessibilità e inclusione di servizi educativi ed igienici nelle strutture scolastiche; lavori allo scopo di migliorare la sostenibilità energetica delle medesime; rafforzamento di servizi strutturati di supporto psicosociale per minori in ambito educativo, dai 3-9 anni; realizzazione di sessioni di supporto psicosociale per care givers, in special modo madri; realizzazione di una campagna di sensibilizzazione su principi di inclusione sociale, promozione dell’igiene e protezione ambientale.