Paese: Palestina, Area C, governatorati di Tubas ed Hebron

Finanziatore: AICS

Periodo: 9 mesi (01/07/2017 – 31/03/2018)

Area tematica: emergenza

Partner locali: UNRWA

Partner italiani: Gruppo di Volontariato Civile (GVC)

Obiettivo generale: Rinforzare le capacità delle comunità palestinesi attraverso la fornitura di servizi essenziali nell’Area C, H2 e campi rifugiati

Obiettivo specifico: protezione di palestinesi dal trasferimento forzato in Area C, H2 e campi rifugiati attraverso Empowerment e mobilitazione di comunità, provvisione di assistenza materiale e risposte di emergenza, attività di advocacy e formazione per rispondere a violazioni di diritti umani che portano al trasferimento forzato.

Beneficiari: 10800; fra 0 e 17 anni, 4229 bambine e ragazze e 4451 bambini e ragazzi; fra 18 e 59 anni 3782 donne e 3981 uomini; oltre 60 anni, 96 donne e 102 uomini.

Sintesi di progetto:

Come identificato dal HCT-HNO (Humanitarian Country Team – Humanitarian Needs Overview) nel 2017, le circa 300,000 persone che risiedono in Area C vivono sotto costante rischio di protezione a causa delle continue violazioni del Diritto Internazionale Umanitario (DIU) e dei Diritti Umani (DU) da parte della Potenza occupante. La popolazione palestinese continua ad affrontare una vasta gamma di minacce alla propria sicurezza, tra le quali violenza fisica, distruzione/ danneggiamento di proprietà, il trasferimento forzato, le restrizioni alla libertà di movimento e/o accesso ai servizi essenziali per mantenere condizioni di vita dignitose. 8,000 palestinesi (di cui 65% sono rifugiati) vivono in Cisgiordania in 61 comunità a rischio imminente di trasferimento forzato come risultato di fattori multipli, i quali includono norme, politiche ed azioni dell’amministrazione israeliana risultanti in continue violazioni del DIU e dei DU, mentre 350,000 persone vivono in 67 comunità bersaglio di violenze da parte di coloni. A tal riguardo, nel solo 2016 sono state demolite 1089 strutture palestinesi e consegnati ulteriori 11000 ordini di demolizione. Parimenti, 150.000 Palestinesi in Cisgiordania non hanno accesso adeguato a servizi WASH, con dirette conseguenze negative sulla loro resilienza. Soprattutto l’accesso all’acqua potabile è limitato, con famiglie estremamente vulnerabili costrette a procurarsi acqua tramite autobotti, attraverso strade dissestate e soggette a violenze da parte di coloni. Ultimo ma non meno importante, sono circa 588900 i minori residenti in Cisgiordania ed in particolare nell’area C e H2, che necessitano assistenza per l’accesso ad un’educazione inclusiva e di qualità in un ambiente sicuro e a misura di bambino. Tuttavia, l’accesso all’educazione risulta seriamente compromesso a causa degli arresti, violenze ed attacchi da parte dell’esercito israeliano e dei coloni. Spesso i bambini e le bambine sono costretti/e a passare attraverso checkpoint dove subiscono perquisizioni, violenze verbali e fisiche con gravi danni al loro benessere psicofisico.

All’interno del contesto appena descritto, il presente progetto si pone l’obiettivo di rafforzare le capacità di risposta della popolazione palestinese alle situazioni di crisi, mediante le seguenti attività:

  • continuazione dell’implementazione dell’approccio di base di comunità, con focus specifico su disabilità e approccio di genere;
  • rafforzamento del EAELY Warning System per violenze perpetrate da coloni allo scopo di segnalare incidenti alle agenzie competenti per la fornitura di servizi di emergenza richiesti per la loro protezione;
  • rafforzamento delle capacità delle comunità, con attenzione particolare alle donne;
  • la fornitura di assistenza materiale nonché specifici servizi essenziali a donne, uomini, bambine/bambini e persone con disabilità delle comunità vulnerabili, inclusa la riabilitazione di infrastrutture critiche come WASH;
  • rafforzamento dei servizi strutturati di supporto psicosociale nell’ambiente educativo del campo rifugiati di Al Fawwar; campagne di sensibilizzazione, rivolte a bambini e bambine del campo, su inclusione sociale, igiene personale e protezione ambientale;
  • meccanismi di risposta rapida nel campo dell’advocacy, coinvolgendo sia le autorità palestinesi che la comunità internazionale;
  • empowerment di donne, uomini e persone con disabilità delle comunità in attività di advocacy a difesa dei propri diritti a livello internazionale;
  • visita di Media palestinesi ad alcune comunità vulnerabili in Area C al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica.