“Gerusalemme è isolata non solo dalla Palestina, ma anche dal resto del mondo”, racconta Jamal Gosheh, direttore del Teatro Nazionale Palestinese, “gli abitanti di Gerusalemme hanno un grosso problema di identità: non sono cittadini palestinesi, non nono cittadini israeliani, non sono cittadini giordani. Il loro documento d'identità è semplicemente un laissez-passer, un documento di viaggio. Gerusalemme, accerchiata dal Muro, si sta frammentando in cantoni, che vivono solo della propria realtà. Le maggiori vittime di questa segregazione e frammentazione sono i bambini, che non hanno più le possibilità dei propri padri, e sarà sempre più difficile per loro immaginare un futuro diverso da quello che vivono.”
Il Muro non permette ai palestinesi che vivono in Cisgiordania l’accesso a Gerusalemme, alle proprie case se queste sono state costruite di là del Muro, e non permette di visitare le proprie famiglie quando queste abitano a Gerusalemme. Spacca la Palestina in due realtà completamente distinte, rendendo impossibile per un palestinese residente in Cisgiordania l’accesso alla Striscia di Gaza, e per un palestinese di Gaza l’accesso alla Cisgiordania. Dallo scoppio della Seconda Intifada la possibilità di mobilità dei palestinesi è progressivamente deteriorata, creando lacerazioni non solo all’interno delle singole famiglie, ma soprattutto a livello sociale: il Muro di Segregazione sta minando le basi dell’unità socio-culturale del popolo palestinese.
L’obiettivo di EducAid è stato quello di provare a riunire queste diverse realtà della Palestina, tramite il linguaggio universale del gioco, mettendole così in condizioni di parlarsi, di conoscersi, di riscoprirsi come frammenti di una stessa identità culturale di uno stesso popolo.
In questo senso si è cercato di creare luoghi aperti, accessibili a tutti, in cui, attraverso il gioco, poter mutare positivamente la quotidianità caratterizzata da frustrazioni, rapporti aggressivi e relazioni fortemente asimmetriche tra adulti e bambini. Si è inteso così trasformare i campi profughi in luoghi dove i bambini possano assumere un ruolo attivo, sperimentando la responsabilità di condurre il gioco.
Il progetto è incominciato il primo Gennaio 2012 e, lo scorso Novembre, a pochi giorni dalla fine dell’operazione militare “Pillar of Defence” che ha duramente colpito la popolazione della Striscia di Gaza, EducAid è riuscita ad ottenere un permesso speciale, rilasciato dall’autorità israeliana, che ha consentito eccezionalmente agli educatori del Ludobus del TNP di Gerusalemme di visitare la Striscia per una settimana.
In questo modo, il 5 Dicembre, un gruppo di 4 educatori/attori del Teatro Nazionale Palestinese ha potuto attraversare il valico di Erez, che separa la Striscia di Gaza da Israele, per incontrare i "colleghi" di Rafah con cui hanno animato un workshop di 4 giorni che si è concluso con l'evento finale del progetto.
I palestinesi di Gerusalemme e West Bank considerano la Striscia di Gaza come una parte del proprio paese, ma molti di loro non ci sono mai potuti andare, o non riescono a visitare la Striscia da molti anni. Rajai, un educatore del TNP di Gerusalemme, dice: “mi aspettavo di trovare persone traumatizzate dalla Guerra, ma, onestamente, non ho avuto questa sensazione in questi giorni. Ero stato nella Striscia di Gaza l’ultima volta 15 anni fa, ed ho ritrovato, nei Gazawi, la stessa forza di reagire che già conoscevo ma che temevo affievolita dalle difficoltà”.
Valerio, cooperante di EducAid in Palestina dal 2008, racconta: “Quando nel 2010 ho iniziato a lavorare a Gerusalemme sono rimasto subito molto colpito dalla curiosità e dall’affetto che gli educatori di Gerusalemme manifestavano nei confronti di Gaza. Mi rinfacciavano l’ingiustizia che permetteva a me, straniero, di poter facilmente passare in una giornata da Gaza a Gerusalemme, mentre loro, Palestinesi, non avevano la possibilità di visitare una parte della propria terra. Spesso i palestinesi hanno parenti e amici nella Striscia, ma sono impossibilitati all’incontro, perché frenati da un “confine” apparentemente invalicabile, che fa apparire Gaza spesso come un miraggio”.
Abed, coordinatore del Ludobus del TNP di Gerusalemme, racconta: “Mi aspettavo di trovare un luogo distrutto, aspettavo emozioni forti, difficili da sostenere. Pensavo di andare in un posto depresso, in cui potessi semplicemente portare un po’ di allegria per i bambini. Quando siamo entrati a Gaza, ho invece scoperto che le persone, nonostante tutto, provavano a vivere una vita normale, sorridevano, ridevano, erano capaci di essere felici. A Gaza amano la vita, non amano la morte. Ho trovato Gaza viva”.
È stata un’occasione per mettere in contatto, per dare una possibilità di incontro, a educatori provenienti da due lembi distaccati della stessa terra, mettendoli in condizione di scambiare esperienze diverse, ma accomunate da tanti elementi e tante problematiche.
Il workshop si è focalizzato sulle tematiche del gioco e sulla sua valenza educativa, e sul teatro di Marionette, arte in cui il gruppo di Gerusalemme ha maturato lunga tradizione ed esperienza. E’ stata anche la possibilità di mettere a confronto due interventi socio-educativi simili, ma che si svolgono in due aree diverse, in cui si trovano tante similitudini, ma anche tante differenze.
“Gaza dalla seconda intifada è un luogo sempre più isolato, che negli ultimi anni ha raggiunto un livello altissimo di isolamento, soprattutto da quando Hamas ha preso il potere nel 2006” racconta ancora Valerio. “La popolazione di Gaza è isolata soprattutto culturalmente, e tutti i principali canali culturali non riescono che ad essere virtuali: sono tantissimi gli artisti Palestinesi dalla Cisgiordania, da Gerusalemme, dai territori del ’48, dall’estero, che sono quotidianamente in contatto tramite Facebook, Twitter, Skype, con gli omologhi Gazawi. L’incontro reale, invece, è quasi sempre precluso, e questo fa sì che ognuno sogni nel proprio intimo di poter raggiungere quella parte della propria terra che gli è preclusa. Per questo ci è sembrato così importante promuovere questa iniziativa. Per promuovere spazi di incontro reali fra attori socio-culturali, esseri pensanti e attivi nelle proprie comunità, per far nascere idee, relazioni, ponti. Il risultato è stato esplosivo, e le potenzialità sono veramente tante e molto interessanti”.
Riccardo Sirri per RIMINI SOCIAL 2.0 | 18 gennaio 2013
EducAid, ong riminese, impegnata nella cooperazione internazionale in campo educativo è presente in Palestina dal 2002. In questi dieci anni EducAid ha cercato di promuovere lo sviluppo di competenze educative nelle associazioni ed istituzioni palestinesi attraverso corsi di formazione nella Striscia di Gaza di Gaza e in West Bank (Cisgiordania), visite studio e tirocini/stage a Rimini, gemellaggi a distanza che hanno coinvolto educatori ed insegnanti del nostro territorio.
Lo scorso 31 Dicembre EducAid ha concluso il progetto “In Gioco contro il Muro. Supporto socio-educativo per bambini e giovani a Rafah e Khan Younis (Striscia di Gaza), Gerusalemme Est, Campi Profughi di Shufat, Aida, Deisha, e Cisgiordania” finanziato dalla Regione Emilia Romagna all'interno del bando previsto dalla L.12/2002 ed in partenariato con i Comuni di Rimini, Riccione, Ravenna e Provincia di Rimini.
Il progetto ha previsto la realizzazione di attività di educazione informale per bambini e giovani tramite l’utilizzo di un’unità ludica mobile, il “Ludobus", coinvolgendo le tre aree che costituiscono la Palestina: la Striscia di Gaza, la West Bank, l’area di Gerusalemme Est.
Le azioni del Ludobus fanno riferimento alla pedagogia partecipata e attiva. L’obiettivo è di offrire una possibilità di gioco libero che sia parte di un percorso educativo finalizzato a rafforzare l'autonomia dei minori e stimolare un apprendimento esperienziale.
Le attività sono state svolte in collaborazione con 2 partner regionali (le ong bolognesi Nexus e Peace Games) e diversi partner locali tra cui il Teatro Nazionale Palestinese (TNP) di Gerusalemme e l'associazione Al Amal di Rafah (Striscia di Gaza). In particolare, il teatro Nazionale Palestinese, unico partner capace di avere una mobilità completa fra le Cisgiordania e Gerusalemme, ha svolto il ruolo di "collante e mediatore" fra le differenti realtà visitate e i differenti partner coinvolti.