Rimini, 9 maggio 2017

COMUNICATO STAMPA

“EveryDay Resistance” è il titolo dell’incontro pubblico che si terrà il prossimo 11 maggio alle ore 20,45 presso il CEIS (Centro Educativo Italo Svizzero) in via Vezia, 2.

Il protagonista della serata è Hafez Huraini, fondatore del Comitato popolare di resistenza nonviolenta delle colline a sud di Hebron, in Cisgiordania.

Huraini porterà la sua esperienza di palestinese che vive in un territorio sottoposto al controllo di Israele e dove i coloni si accaniscono contro la popolazione locale.

Nel 1999 quindici villaggi palestinesi nell’area vennero sgomberati con la forza dall’esercito israeliano. I palestinesi residenti hanno fondato un Comitato di resistenza popolare nonviolenta con il supporto di attivisti israeliani e internazionali, e sono riusciti a portare il caso all’Alta Corte Israeliana, con successo. Dopo questo episodio è iniziata una riflessione con le persone su come reagire efficacemente all’ingiustizia con strumenti nonviolenti. Riflessione che ha coinvolto sempre anche attivisti israeliani. Perché “La nonviolenza attraversa confini e culture, è un patrimonio di tutti”.

L’evento è promosso da EducAid e da Operazione Colomba della Comunità Papa Giovanni XXIII .

“In un periodo in cui l’Islam viene associato troppo spesso a violenza e terrorismo, vogliamo dare visibilità a esperienze che da anni si impegnano nel promuovere il dialogo e la resistenza nonviolenta. – dichiara Riccardo Sirri, direttore di EducAid –  E’ importante farlo anche valorizzando il ruolo della comunità islamica sul nostro territorio. EducAid è una ONG che lavora da 15 anni in Palestina in ambito educativo e in quello della disabilità. Sosteniamo questa iniziativa perché è un modo di costruire una rete di pace, dando voce tutti insieme alle vittime della violenza che hanno scelto di reagire con la forza delle nonviolenza. Sono loro le voci più credibili”.

E’ una testimonianza – gli fa eco Antonio de Filippis di Operazione Colomba –  che insegna che per lottare contro l’occupazione di Israele non c’è solo la violenza oppure la rassegnazione di chi pensa non si possa fare niente. C’è una terza via che sta prendendo piede ed è molto efficace. Sono esperienze poco conosciute, invisibili e silenziate dai media, per questo dobbiamo farle emergere”.

Hafez, per desiderio degli organizzatori, parlerà in arabo con traduzione in italiano, proprio perché sia un momento aperto a tutti, anche ai nostri concittadini arabi che non conoscono ancora bene la nostra lingua.

 

 

 

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